A Favignana c'è una stradina dedicata al pilota di Garibaldi. Il significato di questa via è sempre apparso a molti un po' misterioso, incomprensibile. In tanti si sono chiesti infatti: chi era costui? Come si chiamava? Il suo nome era Antonino Strazzera, probabilmente di Trapani. La mattina dell'Il maggio 1860, quando i due vapori "Lombardo" e "Piemonte" si trovavano al largo di Marettimo (altri dicono vicino a Favignana), incontrarono una paranza comandata dallo Strazzera con otto uomini a bordo;" si avvicinarono per chiedere notizie sul porto di Marsala. Il capo della paranza aveva un brutto viso, era di carnagione scura; corto e rotondo, fu subito soprannominato "l'uomo-tonno". Si spaventò molto alla vista di questa moltitudine di uomini armati e riuscì a stento a rispondere alle domande di Garibaldi in una lingua poco comprensibile, tanto che furono chiamati alcuni garibaldini siciliani per capire quello che diceva. Poi lo Strazzera fu costretto ad imbarcare una cinquantina di uomini e forzatamente a seguire Garibaldi fino allo sbarco. Quando furono nelle vicinanze di Marsala, i garibaldini gridarono: W l'Italia! Anche lui si unì al grido. Finito lo sbarco, con la sua paranza se ne tornò a Trapani, ma pochi giorni dopo decise di seguire Garibaldi a Palermo. Appena vide il generale, colui che lo aveva "incantato", gli prese la cavalla per le briglie e gridò: Pepè... cca sugnu! (Beppe, sono qua!). Il generale non capiva e disse ai suoi ufficiali di allontanarlo, ma Antonino Strazzera insisteva: Pepè, sugnu iò!... (Beppe, sono io!). Uno degli ufficiali lo riconobbe e gridò: Generale, è il nostro pilota; è Strazzera. Fu un coro di risate e rise anche l'uomo-tonno. Garibaldi sorridente gli disse: torna più tardi al Palazzo del Comune, dove siamo acquartierati. Gli fu data una piccola somma e non si vide più. Qualche armo dopo, due ufficiali garibaldini si misero in viaggio per la Sicilia per rivedere i luoghi a loro cari e una mattina, mentre si trovavano al porto di Trapani, uno dei due guardando un uomo che pescava riconobbe Strazzera. Lo disse al suo collega, che stentava a crederci, ma era proprio lui. Si abbracciarono, parlarono dei momenti passati insieme e scoprirono che l'uomo-tonno era stato dimenticato. I due ufficiali si adoperarono per fargli prendere un vitalizio e fargli intitolare una via a Favignana.
Dal libro di Michele Gallitto "Egadi Ieri ed Oggi"